Fu San Rinaldo una volta ritornato dal cenobio dell'Avellana a costruire dentro le mura del castello,una chiesa in onore dei Santi apostoli Pietro e Paolo. Fossato di Vico A Fossato ci si andava per San Pietro,la festa patronale che ci faceva affrettare con il desiderio quella di S.Anna,del mese seguente.Si mangiava appena,e poi,via,per la Flaminia bianca e polverosa,con i cappelli di paglia nuovi nuovi,comprati alla fiera di S.Luigi,per riparaci dal sole che piombava infuocato sulla campagna risonante dei canti dei mietitori. Ah,oh ceritanello mio,ceritanello, dammi la mano che ti dò l'anello! ..................................Da Fossato che si affacciava in cima al colle incorniciato fra l'azzurro del cielo e monte Maggio,scendeva uno scampanio allegro che ci infondeva nuove forze.Al camposanto imboccavano la Flaminia antica;una sosta al ponte di S.Giovanni per ammirare i grandiosi pietroni romani,.............dopo l'ultima salita,tagliata dalla ferrovia e dal borgo,si era in cima al paese.Dalla piazza della porta vecchia guardavamo con gioiosa fierezza la strada percorsa dimenticando la fatica e senza pensare che cela dovevamo fare tutta a piedi anche al ritorno......................................... Che frastuono giocondo per le vie del paese affollate di gente!Quanti amici a bocca aperta davanti alle bancarelle di giocattoli e di frutta!Ci si rivedeva con una allegria nuova,quasi non ci si fosse incontrati da un secolo e con una affettuosità sinceramente fraterna! Alle quattro usciva la processione fra il suono delle campane e le note della banda comunale.Dalle finestre pendevano arazzi e coperte,le più belle e le più pregiate rarità del corredo domestico,che solo per tale circostanza si tiravano fuori dai cassoni odorosi di spigonardo e di mele cotogne. E,infine,prima di lasciare il paese,quando stava per "sfierare",spendevamo i soldarelli che ci sonavano in tasca per comperare qualche cosa per i fratelli più piccoli che ci attendevano a casa,magari tentando la sorte con i cartorcetti della pesca del tramvai,dove " si vince sempre e non si perde mai",mentre i contadini e le massaie si inghirlandavano di treccie d'aglio e di mazzi di cipolle,le rinomate specialità della fiera. Tratto da:Umbria Ignorata di G.Luconi Casa Editrice "PSALTERIUM"Piazza San Giovanni in Laterano,4 ROMA 1939
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S.Pietro prima del restauro |