PARR.SANTI PIETRO E PAOLO
Santi Pietro e Paolo
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Chiesa di san Pietro e Paolo


Fu San Rinaldo una volta ritornato dal cenobio dell'Avellana a costruire dentro le mura del castello,una chiesa in onore dei Santi apostoli Pietro e Paolo.
Vi unì un piccolo eremo,dotato con i beni della sua famiglia;e per qualche tempo egli vi abitò insieme ad alcuni monaci,che lo avevano eletto loro priore.
Più tardi partiti i monaci,e convertito l'eremo in abitazione secolare,la chiesa divenne plebana,e tale rimase per molti secoli;ma crescendo la popolazione,si sentì il bisogno di una chiesa più grande ed igienica.
Perciò il pievano dell'epoca Giovanni del Bianco propose al comune di Fossato il trasporto della Pievania dalla chiesa di san Pietro a quella di San Sebastiano di proprietà comunale;chiesa antica bisognosa di ampliamento e di restauri,ma sempre migliore dell'altra.
La proposta fu accetta dal Consiglio,il 28 dicembre 1862;e da Roma con rescritto (risposta favorevole) del 27 febbraio 1864.
D'allora in poi l'antichissima chiesa dei Ss.Pietro e Paolo,distrutti gli altari laterali,con gli affreschi delle pareti guasti dalle ingiurie del tempo,rimase a poco a poco abbandonata,senza nessun riguardo alla sua antichità,alle sante memorie di chi la edificò,agli antenati che vi pregarono,e che ora vi dormono il sonno della morte né tredici sepolcri.
Stava sull'altare maggiore un trittico a tempera,nel cui mezzo era dipinta Maria con Gesù,a destra San Pietro,a sinistra San Paolo;lavoro pregevole di pietro Paolo Agabiti di Sassoferrato.
Nella stessa chiesa conservasi anche una croce parrocchiale in rame dorato con riporti in lastre di argento cesellate e smaltate con la data del MCCCXXVII; come pure un calice in rame dorato e alzato a cesello con sei figurine di santi a bassorilievo in argento,opera del XV secolo.
Tutto fu alienato dal Pievano Del Bianco,che mostrò in questa faccenda anche troppa buona fede.
S.Pietro,dopo secoli di abbandono fu restaurata negli anni 70 su interessamento del Pievano Mons.Antonio Berardi.
Le più antiche notizie sulla popolazione di Fossato sono del 1573.
Le due parrocchie contavano allora 250 famiglie;nel 1612 erano salite a 311.
Cfr.Visita apost.Camagliani,p.106;Florenzi,p.128 (archivio Vescv.Di Nocera).
Presentemente la pievania conta 1204 anime,la parrocchia di San Cristoforo 700.
E notisi che le parrocchie di Colbassano e Purello appartenevano a Fossato.
Una croce parrocchiale in rame balzato a cesello,con mezze figure di Santi,opera del secolo XIII,fortunatamente ben conservata dall'attuale parroco di San Cristoforo,don Patrizio Serafini,ci dà il nome di un antico parroco di San Giovanni con questa iscrizione:"TPR Doni Bartomi Mariani Rct' S Ihonis de Fossato.
(Notizie tratte da:Fossato di Vico Memorie storiche del Sac.Alessandro Alfieri.)

Fossato di Vico

A Fossato ci si andava per San Pietro,la festa patronale che ci faceva affrettare con il desiderio quella di S.Anna,del mese seguente.Si mangiava appena,e poi,via,per la Flaminia bianca e polverosa,con i cappelli di paglia nuovi nuovi,comprati alla fiera di S.Luigi,per riparaci dal sole che piombava infuocato sulla campagna risonante dei canti dei mietitori.

                                             Ah,oh ceritanello mio,ceritanello,

                                              dammi la mano che ti dò l'anello!

..................................Da Fossato che si affacciava in cima al colle incorniciato fra l'azzurro del cielo e monte Maggio,scendeva uno scampanio allegro che ci infondeva nuove forze.Al camposanto imboccavano la Flaminia antica;una sosta al ponte di S.Giovanni per ammirare i grandiosi pietroni romani,.............dopo l'ultima salita,tagliata dalla ferrovia e dal borgo,si era in cima al paese.Dalla piazza della porta vecchia guardavamo con gioiosa fierezza la strada percorsa dimenticando la fatica e senza pensare che cela dovevamo fare tutta a piedi anche al ritorno.........................................

Che frastuono giocondo per le vie del paese affollate di gente!Quanti amici a bocca aperta davanti alle bancarelle di giocattoli e di frutta!Ci si rivedeva con una allegria nuova,quasi non ci si fosse incontrati da un secolo e con una affettuosità sinceramente fraterna!

Alle quattro usciva la processione fra il suono delle campane e le note della banda comunale.Dalle finestre pendevano arazzi e coperte,le più belle e le più pregiate rarità del corredo domestico,che solo per tale circostanza si tiravano fuori dai cassoni odorosi di spigonardo e di mele cotogne.

E,infine,prima di lasciare il paese,quando stava per "sfierare",spendevamo i soldarelli che ci sonavano in tasca per comperare qualche cosa per i fratelli più piccoli che ci attendevano a casa,magari tentando la sorte con i cartorcetti della pesca del tramvai,dove " si vince sempre e non si perde mai",mentre i contadini e le massaie si inghirlandavano di treccie d'aglio e di mazzi di cipolle,le rinomate specialità della fiera.

 

Tratto da:Umbria Ignorata di G.Luconi Casa Editrice "PSALTERIUM"Piazza San Giovanni in Laterano,4 ROMA 1939

 

 

 



Documenti
S.Pietro prima del restauro
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